lunedì 28 ottobre 2019

#12 I materiali della cosa

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Argilla, materiale con cui viene fatto il tagine 
Il Tagine è comunemente usato nel Maghreb e nei Paesi del Sud del Mediterraneo per cucinare gli alimenti al vapore, è un particolare strumento di cottura puramente in terracotta composto da un piatto inferiore dove mettere gli elementi e un cono per coperchio, la cui forma facilita la discesa verso il basso del vapore acqueo durante la cottura di vivande di vario tipo.
In realtà, con il passare dei secoli, il Tagine viene fatto anche con materiali come l'alluminio e l'acciao inox, ma il materiale originario è la terracotta.




Fonti: https://www.trucchidicasa.com/tajine-caratteristiche-usi-scelta-pentola-terracotta-marocchina/

#11 La tassonomia della cosa


Facendo riferimento al libro di Claude-Levi Strauss "Dal crudo al cotto", riusciamo a vedere come l'uomo si è evoluto nel tempo e come esso riesce a passare dal mangiare la carne cruda appena cacciata, a come successivamente con la scoperta del fuoco comincia a scaldare la carne cacciata e a rendersi conto che cuocendola questa era più commestibile. Con il passare dei secoli l'uomo rinuncia a cuocere il cibo a diretto contatto con il fuoco, ma comincia a creare dei contenitori di argilla dai noi conosciuti come pentole che permettono una cottura migliore del cibo senza si bruci all'esterno e rimanga parzialmente crudo all'interno. 
L’utilizzo dell’argilla rossa risale all’epoca in cui l’uomo iniziò a stazionarsi e a vivere all’interno di villaggi.
L’organizzazione della vita dell’uomo divenne più complessa, si crearono diversi ruoli e le attività che lo vedevano coinvolto cominciarono ad aumentare.
Iniziò, difatti, a far capolino il commercio, la necessità di scambiare quanto coltivato, di trasformarlo e di trasportarlo, così, da un villaggio all’altro, cosa che fu possibile con grossi contenitori in terracotta.
Le prime tecniche di lavorazione nascono dalla manipolazione con il fango e lasciandolo essiccare al sole si potevano ottenere forme durevoli e resistenti. 
La lavorazione della terracotta avviene in due maniere: la prima, chiamata diretta, permetteva di realizzare dei vasi di piccole dimensioni mentre la seconda, detta modellazione a colombino, consentiva di dar vita a forme le cui dimensioni potevano rispondere alle esigenze e necessità avvertite.
La prima tecnica prevedeva la lavorazione di un blocco di argilla: una volta creato un buco al centro, mentre si faceva roteare il blocco sul palmo di una mano, attraverso l’azione delle dita dell’altra mano, lo si modellava nel tentativo di creare la forma desiderata.
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La tecnica a colombino, invece, prevedeva la preparazione del fondo del futuro contenitore al quale venivano aggiunte le future pareti attraverso la lavorazione e compattazione al fondo di cilindri di terracotta ottenuti strofinando l’argilla tra le mani.
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La lavorazione della terracotta (la preparazione dell’impasto, il lavoro di modellazione e la cottura) ha accompagnato l’uomo nei secoli per cui contenitori, vasi, bicchieri, piatti e pentole in terracotta portano il respiro della storia dell’uomo, delle sue abitudini, delle sue idee ed intuizioni.
Sono dei reperti e delle testimonianze preziose attraverso le quali ricostruire il percorso evolutivo che l’uomo ha compiuto nei millenni fino ad arrivare ad oggi.
La lavorazione della terracotta ha influenzato qualsiasi parte del mondo fino a raggiungere la popolazione berbera la quale ha inventato il tagine in argilla, pentola in terracotta che nasce in Marocco, ma che con il passare dei secoli ha influenzato tutto il mondo arabo, compresa la Tunisia.




Fonti: https://pentolebionatural.com/2018/05/le-pentole-di-terracotta-dalle-origini-ad-oggi/
            https://it.wikipedia.org/wiki/Tajine

Fonte per le immagini: Google immagini

sabato 26 ottobre 2019

#10 I proverbi della cosa

Un proverbio afferma che "le persone che vanno di fretta sono già morte". Fedele a questo adagio, il tagine, piatto emblematico della cucina maghrebina, è un elogio della lentezza.


#09 I nomi della cosa

Diamo una definizione: Un Tagine, è il nome di una pentola con coperchio conico, anche se oggi la stessa parola viene applicata a ciò che viene cotto in essa.

Il nome della cosa in diverse lingue:
Arabo: طاجين 
Italiano: Tagine
Francese: Tajine
Inglese: Tagine
Tedesco: Tajine
Spagnolo: Tagine
Russo: Tagine
Cinese: 塔金
Giapponese: タジン
Ebraico: תגין
Greco: Tagine
Latino: Tagine

#08 La cosa


La cosa da me scelta è il tipico 'Tagine' tunisino in ceramica, ho scelto questa cosa perché è il tipico oggetto che collega il cibo con la cosa, connubio perfetto che fa suscitare un'attenzione su come questo oggetto venga utilizzato per cucinare certe pietanze arabe e non strettamente tunisine. Nei quartieri di Djerba, precisamente in Hmout Souk (mercato famoso situato a Djerba) è possibile osservare la lavorazione della ceramica, ammirando la dote artistica impiegata nell'oggetto

#07 Un film

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Fonte immagine su https://cultura.biografieonline.it/guerre-stellari-una-nuova-speranza-episodio-iv-trama-del-film/

Data di uscita: 21 ottobre 1997
Regista: George Lucas
Durata: 121 min
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Star Wars IV episodio, uno dei film più famosi della saga, ha avuto come palcoscenico cinematografico Djerba.



#06 Il nome del luogo

L'isola di Djerba nota come la "perla" del Mediterraneo ha attirato molte civiltà li presenti in passato. Era già nota all’epoca dei fenici nel X sec. a.C. (fu loro emporio commerciale), dei cartaginesi e dei romani, quando era conosciuta con il nome di Meninx. Con la decadenza di Roma fu occupata dai vandali e dai bizantini, quindi nel 667 fu conquistata dagli arabi. Seguirono le lotte tra gli abitanti di Jerba (kharigiti) e i musulmani integralisti, dove appunto il nome di Djerba nasce dalla popolazione che vi risiedeva. Seguì la resistenza contro le invasioni di normanni, aragonesi, spagnoli e turchi, a partire dal 1450, per più di un secolo, divenne covo di pirati e del corsaro Dragut, appoggiato dalla flotta turca. Nel 17° e 18° sec. passò sotto l’autorità dei Bey di Tunisi e, a partire dal 1881, come il resto della Tunisia, Djerba fu colonia francese fino all’indipendenza nel 1956.

venerdì 25 ottobre 2019

#05 Il mito


Lotophagitis è il nome con cui l’isola era conosciuta nell’antichità; Djerba è l’isola dove, nell’Odissea, Ulisse e i suoi compagni incontrano il popolo dei Lotofagi. Alcuni tra i compagni di Ulisse, imitando gli abitanti del luogo, si cibano del fiore di loto e perdono il ricordo della loro vita passata.
Così, mentre Ulisse torna preoccupato alle navi per ripartire in fretta, dalle menti dei compagni rimasti sull’isola sfumano via ansie e preoccupazioni, pensieri sul futuro e carichi di responsabilità.
Nell'aspirare il profumo del loto si coniugano il piacere e la magia della rinascita. Il sole nasce perché otto divinità fecondano il fiore primordiale. I fiori del loto crescono fuori dell’acqua, aprono i petali al mattino e li chiudono la sera e forse è questo che ha ispirato il mito del loto primordiale nelle acque primordiali da cui, come da una culla, il sole nasce ogni mattina.
Se pensiamo alla nostra vita, è facile che ci venga in mente la lotta contro il tempo per farci stare dentro il maggior numero di impegni possibili, il senso di colpa per aver trascurato qualcosa o qualcuno, il pensiero che avremmo potuto fare di più e meglio o diversamente, la sensazione costante di essere fatti per qualcos’altro, le risposte sempre più veloci a stimoli sempre più pressanti, il tutto accompagnato da un rumoroso pensiero di sottofondo: “ prima finisco quel che sto facendo e poi mi rilasso”.
Dato che c’è sempre qualcosa da fare prima di quel poi, non ci rilassiamo davvero mai e anche quando ci concediamo quel che sentiamo come meritato relax, spesso si trasforma in noia e il lunedì arriva con il suo familiare fardello di impegni a sollevarci dall’ancor più pesante fardello del riposo.
Poi, all’improvviso, ci accade qualcosa di bello: i nostri sensi sono colpiti al punto che la nostra mente dimentica e noi rinasciamo in una dimensione diversa dove ci sentiamo a casa. La bellezza ci salva: dimenticare e rinascere: che sia questo il mito di Djerba?


Odisseo tra i lotofagi

Fonti: www.djerba.it (per il testo)
         it.wikipedia.org/wiki/Lotofagi#/media/File:Lotus-eaters.png (per l'immagine)

#04 Citazioni

« J'observe en mes voyages cette pratique, pour apprendre toujours quelque chose par la communication d'autrui (qui est une des plus belles écoles qui puisse être), de ramener toujours ceux avec qui je confère, aux propos des choses qu'ils savent le mieux. »


Traduzione:
« Osservo nei miei viaggi questa pratica, per apprendere sempre qualche cosa nella comunicazione altrui (che è una delle più belle scuole che ci possono essere), per portare sempre coloro con cui conferisco, alle parole delle cose che conoscono meglio»

Citazione di Michel Eyquem de Montaigne su Essais,I,17


« La clef de toutes les sciences est sans contredit le point d'interrogation ; nous devons la plupart des grandes découvertes au comment ? Et la sagesse dans la vie consiste peut-être à se demander, à tout propos, pourquoi ? »

Traduzione:
« La chiave di tutte le scienze è senza contraddizione il punto interrogativo; la maggior parte delle grandi scoperte fatte sono dovute grazie alla domanda come? E la saggezza nella vita consiste magari a domandarsi, in ogni contesto, perché ?»

Citazione di Honoré de Balzac



Fonte: https://www.citations-francaises.fr/citation-propos-de-djerba

lunedì 21 ottobre 2019

#03 Il libro

Libro: Le chant des ruelles obscures
Autore: Ahmed Mahfoudh
Anno di pubblicazione: 2017
Pagine: 167
Editore: Arabesques Editions



Ad un certo punto della storia il protagonista gradualmente ricompare nel sud della Tunisia in particolare nell'isola di Djerba (della quale nel libro c'è una splendida dettagliata descrizione) dove il cantante Hbib Jbali è la voce più nota.

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Fontehttp://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/le-chant-des-ruelles-obscures-di-ahmed-mahfoudh-recensione-libro.html

sabato 19 ottobre 2019

#02 Le cose

Le ceramiche di Djerba

Risultato immagini per ceramiche di djerbaI berberi, popolo indigeno della Tunisia, nella città di Guellala (in berbero vasai), sull'isola di Djerba, iniziarono la produzione di manufatti in argilla cotta.
Piatti primitivi, lampade ad olio e statuette di argilla, si ritrovano durante gli scavi archeologici nella zona. Manufatti simili in ceramica, vengo usati tutt'oggi in cerimonie rituali, ad esempio durante i matrimoni. Lo scopo sarebbe di tipo propiziatorio.












Risultato immagini per legno d'ulivo djerbaIl legno d'ulivo

Che dire dell'artigianato tipico in Tunisia, basato sull'utilizzo di ulivo?
Difficile trovare un utilizzo più elegante e fantasioso di questo robustissimo legno. L'utilizzo di piante che hanno terminato il loro ciclo produttivo, consente un basso impatto ambientale. Ricordiamo infatti la produzione di olio d'oliva è una delle ricchezze della Tunisia. Abili artigiani ricavano dall'ulivo ogni sorta di oggetti, soprattutto utilizzati nelle cucine. Dai semplici mestoli e forchettoni ai taglieri, dai mattarelli a ciotole e mortai, di sicuro c'è di che soddisfare ogni esigenza!
Non mancano tuttavia oggetti decorativi, come centri tavola, porta tovaglioli e scacchiere. Oggetti di particolare bellezza e pregio son anche sgabelli e cassettiere prodotti in questo materiale!



Fonti per le immagini: https://www.tunisiapervoi.com/2018/12/31/artigianato-tipico-in-tunisia/
https://www.alamy.it/foto-immagine-negozio-di-ceramica-nel-villaggio-di-guellala-djerba-tunisia-30364396.html

venerdì 18 ottobre 2019

#01 Il Blog, il luogo

Djerba (in araboجزيرة جربة‎, Jazirat Jarba, o JerbaJarbah o Girba; in berbero e arabo dialettale: Jerba/ˈʒəɾba/), è la più grande isola del Nordafrica (514 km²), situata nella parte sud-orientale del golfo di Gabes, all'imbocco del golfo di Boughrara, nel sud-est della Tunisia. Le coordinate geografiche sono: 33°48′00″N 10°51′00″E



Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Gerba